Dalle professioni tecniche una proposta di legge di riforma
Dalle professioni tecniche una proposta di legge di riforma
20/02/2012 - “Non abbiamo alcun privilegio da difendere e non temiamo affatto la riforma, pur richiedendo con forza modifiche migliorative ai provvedimenti emessi dal Governo per quanto attiene al mondo delle professioni”.
Così Armando Zambrano, responsabile del coordinamento delle professioni tecniche (PAT) e presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI), ha commentato l’esito della riunione, avvenuta nei giorni scorsi, del PAT, composto da Biologi, Chimici, Dottori Agronomi e Forestali, Geologi, Geometri, Ingegneri, Periti agrari, Periti industriali, Tecnologi alimentari, con la partecipazione degli Agrotecnici e degli Architetti.
Nell’incontro è stata definita in linea generale una proposta di legge che sarà sottoposta all’attenzione del Ministro della Giustizia, Paola Severino, in vista dell’emanazione del Decreto (ai sensi dell’art. 3, comma 5 della Legge 148/2011) che riformerà gli ordinamenti delle professioni.
Il documento - spiega il PAT in una nota - recepirà tutte le novità introdotte negli ultimi mesi dal legislatore in materia di accesso ed esercizio delle attività professionali: libero accesso, formazione permanente continua, assicurazione per l’esercizio della professione, istituzione degli organi disciplinari, pubblicità informativa, ma anche società tra professionisti, compenso e preventivo della prestazione, tirocinio. Temi che sono stati affrontati e discussi sino a pervenire ad un testo sostanzialmente condiviso nelle linee generali e che avrà, successivamente, un ulteriore passaggio prima della definitiva approvazione.
“Questa è la dimostrazione più limpida - ha sostenuto il coordinatore del PAT, Zambrano - che le professioni stanno sollecitando modifiche sacrosante, nell’interesse di tutte le categorie coinvolte e, soprattutto, del cittadino. Semplificazione, qualità della prestazione e tutela del committente - ha concluso Zambrano - sono gli obiettivi che noi intendiamo perseguire con questa proposta, in un processo riformatore che non può vedere le professioni come vittime, ma piuttosto come protagoniste”.
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